I miei racconti

Rosabella trasloca ed io volo a Parigi.

maggio 2018

Prendo Rosabella con me e salgo in auto.

Sono ormai giorni che Rosabella subisce il fastidio di un ammiratore segreto che persiste imperterrito a mordicchiarle tutte le foglie senza comprendere che non è questo il modo giusto per conquistarla.

Benché ella si mostri paziente, io non tollero l’ingordigia di chi approfitta “a sbafo” della gentilezza altrui. Pertanto l’abbraccio come per proteggerla e l’accompagno in floricoltura.

Rosabella è una rosellina da vaso che, da otto anni a questa parte, non mi ha mai abbandonata. Insieme abbiamo attraversato i momenti più bui e mortiferi della malattia, la lenta ripresa, le ricadute, il primo trasloco, il nuovo affondo, la seconda entrata in comunità, l’uscita definitiva, il ritorno a casa dopo cinque anni. Siamo sempre state in perfetta simbiosi: Rosabella è il mio alter-ego floreale, io il suo alter-ego umano.

Da quando siamo tornate insieme casa due anni fa, le nostre vite hanno continuato a proseguire in parallelo, nonostante Rosabella abbia sempre avuto più resilienza di me nel far fronte alle contraddizioni della vita. Rosabella è sempre stata un passo avanti rispetto a me; poi con qualche mese di ritardo arrivavo io. Ad eccezione, forse, di quell’estate. Quell’estate la superai. Ero bella come il sole, ebbra di vita, energia pura. Ero finalmente tornata a sentirmi, corpo, mente, cuore.

Ma la parentesi estiva non ha retto alla prova dell’autunno e così Rosabella è tornata in pole position continuando a fiorire per me la primavera successiva.

Ora tra le sue foglie si fanno spazio tre magnifiche roselline bianche con delicate ombreggiature rosate che sfumano nei lembi dei petali. Rosabella appare così timida e in imbarazzo, come se arrossisse ogni qual volta che le rivolgo lo sguardo.

A soffrire, oggi, sono però le sue foglie a causa della golosità di qualche insetto che ama il dolce di Rosabella e che abusa della sua bontà per assaggiarla.

Arrivata in floricoltura la mostro alla vivaista, alla quale chiedo un consiglio circa il prodotto più indicato per allontanare definitivamente il persistente e poco rispettoso amante. La sua risposta mi sorprende.

«Succede spesso che diversi esserini mangiucchino le foglie dei fiori, soprattutto nei periodi di sbalzi di temperatura. Ora andiamo verso l’estate e il meteo si è stabilizzato, perciò non credo che la tua rosa abbia bisogno di un pesticida. Piuttosto sarebbe meglio che le cambiassi vaso. Questo ormai le è stretto».

Convinco allora Rosabella a traslocare da un monolocale 17×17 cm a uno più ampio, 25x25cm. Mentre arredo la sua nuova abitazione con l’aggiunta di nuovo terriccio umido e fertile, mi fermo, la ammiro e penso alle nostre vite parallele. Potrebbe essere sufficiente un cambio vaso affinché le foglie di Rosabella tornino integre. Allo stesso modo potrebbe essere sufficiente un trasloco temporaneo a Parigi per ritrovarmi e riprendere in mano la mia vita. Nessun pesticida, nessun farmaco. Né per lei, né per me, Forse un semplice cambiamento “spaziale” sarà sufficiente per entrambe.

Eleonora Filippi©

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